Al giorno d’oggi siamo bersagliati da continui stimoli: notifiche, messaggi, Whatsapp, like, commenti, telefonate, promozioni televisive. Il nostro cervello è bombardato da moltissime informazioni. Il mondo si muove velocemente e tenerne il passo è diventato sempre più stressante e faticoso. Uno studio del 2017, condotto da Human Higway, ha rilevato come 8 italiani su 10 si sentano perennemente stressati, al lavoro, in famiglia e anche nel tempo libero. Non è un caso che le vendite di ansiolitici siano aumentati dell’8% nel 2018.
Cos’è lo stress? Questa parola è stata coniata dall’endocrinologo austriaco Hans Selye nel 1938. Lo studioso ha letteralmente bombardato di droghe (morfina, codeina, cocaina, eroina) dei topi e ha visto che il corpo rispondeva sempre in un modo prevedibile e costante. Da qui ha compreso che il corpo, se stimolato, reagisce per assorbire tale stimolo ma se quest’ultimo è troppo grande o ripetuto nel tempo, il corpo allora va in crisi. Selye definì lo stress come “la risposta non specifica dell’organismo a uno stimolo esterno, detto stressor, che modifica l’equilibrio stesso dell’organismo”. Lo stress quindi non è cattivo, è lo stimolo che ci permette di migliorare e adattarci, il problema è quando lo stress raggiunge dei livelli nocivi. Il corpo infatti inizia a effettuare risposte adattative anche quando lo stimolo esterno cessa: si entra così in una condizione detta di “distress” o di stress perenne. Lo stress cronico porta allo sviluppo di patologie come ischemia del miocardio, ipertensione arteriosa, attacco cardiaco e molto altro.
Come combattere lo stress? La prima opzione è quella di ridurre le cause, cioè gli stressor. Il problema è che spesso questa cosa non è possibile, poiché lo stressor è il proprio lavoro, la propria famiglia, una malattia di un proprio caro, una condizioni poco felice, che richiede tempo. Un’altra opzione è la terapia farmacologica, che però ha i suoi effetti collaterali. L’esercizio fisico è un ottimo alleato contro lo stress, poiché permette da un lato di sfogare le proprie tensioni e dall’altro di migliorare il tono dell’umore e la propria autostima.
Molto spesso, nei pazienti affetti da condizioni di stress cronico, viene consigliata la meditazione di tipo mindfullness, cioè che dirige la propria attenzione sul momento presente. Ci si concentra sul respiro e piano piano le tensioni si allentano. Lo studio “Neuropshycology of mindfullness meditation” ha dimostrato che i praticanti attivano aree del cervello deputate all’attenzione, al controllo delle emozioni e dell’autostima, che provocano una cascata ormonale che ha un effetto calmante sull’organismo.
Lo stesso risultato si può ottenere pedalando o comunque facendo attività fisica. Quando siamo in bicicletta infatti il cervello piano piano restringe il campo di attenzione al momento presente e questo permette di allentare la morsa dei pensieri stressanti. Inoltre il sistema nervoso viene stancato dalla fatica fisica (si chiama fatica di tipo centrale) e per evitare infiammazioni vengono secrete delle molecole che hanno lo scopo di ridurne l’attività, come i GABA (che sono gli stessi composti degli ansiolitici). In sostanza il sistema nervoso autonomo viene “calmato” e “messo a tacere” e questo si traduce in una riduzione della tensione muscolare, in una migliore percezione di rilassatezza e un miglioramento dell’umore. E’ infatti dimostrato che i pensieri influenzano il corpo ma che anche lo stato di tensione muscolare e viscerale influenzano la mente e i suoi pensieri (viene chiamata “intelligenza corporea”). Se riusciamo quindi a scaricare la tensione muscolare attraverso l’esercizio fisico, riusciamo anche a calmare il costante chiacchiericcio mentale che ci assilla e ci stressa.
Per ottenere dei risultati la pratica deve essere costante: almeno 30 minuti al giorno di bici, a intensità media. Lo studio “Does active commuting improve psychological wellbeing? Longitudinal evidence from eighteen waves of the British Household Panel Survey.” ha dimostrato che sono sufficienti già poche uscite per migliorare il tono dell’umore. Nello studio “Patterns and predictors of changes in active commuting over 12 months” è stato visto invece che basta aumentare di 5,3 minuti a settimana il tempo passato in bici per ottenere un beneficio costante e duraturo.
Se vi sentite stressati e stanchi, siete stufi dei messaggi Whatsapp, delle notifiche, del vostro lavoro e (ahimé) della vostra vita, non abbattetevi bensì salite in sella a una bici e scaricate le tensioni. Un saggio un giorno mi disse: “la vita è 10% quello che ti succede e 90% come reagisci a ciò che ti succede”.
Io preferisco reagire in sella alla mia bici.
Bellissimo articolo
Grazie mille!
Buone pedalate!
Omar Gatti