Invecchiare bene? Ci pensa la bici

Invecchiare bene? Ci pensa la bici

La lotta all’invecchiamento è un mito della società contemporanea. Il problema è che si tratta di una lotta destinata alla sconfitta: alla fine il banco (il tempo) vince sempre su tutto. Non c’è chirurgia estetica, crema, pillola antietà che tenga. Per questo forse, piuttosto che impegnarci per cercare di combattere l’invecchiamento, dovremmo dirigere le nostre energie per invecchiare in modo corretto e rimanere in salute anche quando saremo in là con gli anni. L’importante è investire ora, da giovani, per creare le basi per stare bene, sia a livello fisico e mentale, quando gli anni azzurri arriveranno. Come possiamo fare? La risposta si chiama: attività fisica.

Partiamo dal rispondere alla prima domanda: quale attività devo prediligere? Questa domanda se la sono posta anche i ricercatori brasiliani dell’Università di Belo Horizonte, che nello studio “Effects of resistance training and aerobic exercise in elderly people”, hanno messo a confronto gli effetti sulla salute su un gruppo di persone di 68 anni. Un totale di 96 persone, tutte sedentarie ma senza problemi fisici che rendevano pericolosa l’attività fisica, sono state divise in due gruppi. Il primo ha praticato per un anno due sedute a settimana di camminata su tapis roulant di 30 minuti al 70% della propria VO2max. L’altro gruppo ha invece praticato un’attività di sollevamento pesi (vogatore, panca piana, pressa per le gambe ed esercizi di core stability), sempre due volte a settimana per un anno. Al termine dello studio è stato visto che i due gruppi mostravano praticamento un miglioramento generalizzato della forma fisica, tanto che gli studiosi hanno affermato che non è importante quale attività fisica debba essere praticata, quanto sia fondamentale praticarla con costanza.

Un altro problema è quello che l’invecchiamento non coincide solo con l’atrofizzazione muscolare e la perdita di forza (la cosiddetta sarcopenia), bensì coinvolge anche le capacità cerebrali e cognitive come l’attenzione, il pensiero attivo, la memoria. Fate conto che il cervello, se non stimolato, comincia ad atrofizzare dai 30 anni in poi, e l’atrofizzazione è “casuale” e può colpire la corteccia frontale, prefontale o temporale, comportando una riduzione delle capacità di linguaggio, movimento o memoria. Questo senza che vi sia una malattia di fondo ma solo il tempo che passa e un’inadeguata stimolazione dell’encefalo.
Una review (cioè un’analisi critica di tutti gli studi presenti) recente, dal titolo “Physical exercise and cognitive performance
in the elderly: current perspectives”, ha cercato di comprendere gli effetti che l’attività fisica costante ha sullecapacità cognitive in persone dai 60 anni in su. I numerosi studi, analizzati dalla review, mostravano come un’attività di tipo aerobico ha degli effetti benefici sull’ossigenazione e gli scambi nutritizi al cervello, aiutandolo a restare “giovane”. In alcuni studi è stato visto come, in pazienti con demenza, l’attività fisica sia riuscita a far regredire la malattia a uno stadio inferiore.

L’attività fisica aerobica quindi può essere la soluzione per combattere in modo realistico l’invecchiamento progressivo del nostro organismo sia a livello fisico che mentale. L’importante, sottolineano gli studi, è la costanza e soprattutto far diventare l’attività fisica un’abitudine sin dalla giovane età, in modo da mantenere costante il livello di salute per tutta la vita. 

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