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L’Italia è un paese immobile

L’Italia è un paese immobile. Questo il quadro dipinto dalla ricerca Istat sulla diffusione della mortalità e la sedentarietà nel nostro paese. Uno Stato popolato da cittadini immobili, che non si muovo, che passano la vita al computer, in auto, sul divano, senza raggiungere il minimo livello di movimento. Un paese destinato alla malattie e all’immobilismo.

I dati della ricerca sulla mortalità, raccolti in uno studio durato più di 10 anni, mostrano un quadro dove le tre cause di morte più diffuse sono facilmente ricollegabili alla sedentarietà:

Oltre a queste tre, possiamo tranquillamente collegare alla sedentarietà (anche se indirettamente) anche la quarta causa: tumori dell’apparato respiratorio. L’Italia è il paese europeo con più auto pro capite e questa abitudine si trasforma in quotidiani ingorghi e intasamenti sulle strade, che aumentano a dismisura i Pm10 e gli Nox nell’aria, contribuendo alla diffusione dei tumori polmonari.

Un quadro che diventa ancora più cupo se andiamo a leggere i dati relativi all’attività fisica: solo il 25% degli italiani si ritiene sportivo e pratica uno sport in maniera regolare. Il 75% del paese invece ha uno stile di vita totalmente sedentario o non riesce a raggiungere lo standard minimo di movimento consigliato dall’organizzazione mondiale dalla Sanità (150 minuti di attività aerobica a settimana). La metà di queste persone abitano al Sud mentre il Nordest è la zona d’Italia dove ci si muove di più. Sconfortanti anche i dati che riguardano i bambini e adolescenti: il tempo libero passato a muoversi è pari al 5% del totale per i ragazzi sotto gli 11 anni. Ragazzi che in sostanza stanno 4-8 ore seduti a scuola, vengono prelevati da genitori ansiosi con SUV enormi, tornano a casa e si siedono davanti alla tv. Non a caso il tasso di abbandono sportivo e di obesità infantile è massimo intorno agli 11 anni e pian piano il nostro paese si sta allineando a paesi come gli Stati Uniti, dove l’obesità infantile è considerata pandemica.

I costi sociali sono altissimi, in termini di spesa sanitaria ma soprattutto di qualità della vita. Siamo un paese immobile, che usa l’auto nella convinzione di muoversi più in fretta ma che si trova perennemente incolonnato. Un paese tra i più vecchi d’Europa, con un’alta aspettativa di vita (84 anni) ma una bassa aspettativa di vita in salute (58 anni, penultimi in Europa dietro solo alla Romania).

Un paese che non si muove è un paese morto, che rimane indietro mentre il mondo avanza. Un paese dove la classe politica ha priorità molto diverse, una classe politica che sembra aver tutto da guadagnare nel far passare il concetto che il mondo là fuori sia brutto e sporco e che ci si debba rintanare in casa.

L’Italia è un paese immobile, in senso motorio e non solo e sarà così finché i cittadini non vorranno cambiare le cose. Poiché, come afferma la prima legge di Newton, “un corpo rimane nello stato di quiete finché una forza esterna non interviene modificandone lo stato”. Quindi, se non facciamo qualcosa, se non creiamo questa forza, saremo condannati all’immobilità.

E’ quello che volete?

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