Politiche

La protesta degli studiosi del clima contro il greenwashing di BMW

La protesta degli studiosi del clima contro il greenwashing di BMW

Tredici membri di Scientist Rebellion – un gruppo di scienziati affiliato al movimento Extinction Rebellion – sono in custodia cautelare estesa a seguito di un’azione non violenta nello showroom BMW World di Monaco di Baviera.
La crisi climatica incombe e i governi continuano a non ascoltare scienziati e ricercatori: qualcuno ha deciso di agire per rivendicare il diritto di protesta.

scientist rebellion bmw

Dall’accordo di Parigi al fallimento climatico

In vista della COP27 di Sharm-el-Sheik, numerosi gruppi di azione climatica si sono mobilitati nelle ultime settimane: tra questi Scientist Rebellion, gruppo di scienziati e accademici che hanno scelto la disobbedienza civile contro l’indifferenza della politica sulla crisi climatica.

Il 29 Ottobre scorso, 13 attivisti sono entrati nel BMW World di Monaco di Baviera e hanno gettato della vernice su alcuni modelli di lusso esposti, per poi incollare sé stessi e dei manifesti cartacei alla carrozzeria di una vettura.
La rivendicazione è chiara: ottenere dai leader mondiali l’ammissione del fallimento climatico (“Climate Failure”), ovvero l’impossibilità di contenere l’aumento della temperatura media del pianeta sotto la soglia degli 1,5°C.

L’obiettivo era stato fissato nel 2015 dall’Accordo di Parigi, ma in questi 7 anni nessun governo o ente internazionale ha introdotto misure vincolanti: la crisi climatica nel frattempo avanza.
La dottoressa Lauranne Gauteau, membro del gruppo di scienziati, afferma senza mezzi termini: “Non ci arriveremo mai. È una menzogna. Per cui dobbiamo dire alle persone cosa sta succedendo.

L’auto ecologica non esiste

L’azione ha preso di mira il gruppo BMW per richiamare l’attenzione sul greenwashing: mentre il marchio bavarese pubblicizza i suoi modelli elettrici e ibridi, le emissioni dei modelli benzina e diesel sono dell’81% superiori a quelle dichiarate.
Il dato proviene da uno studio della Federazione Europea per i Trasporti e l’Ambiente, che ha rilevato questa tendenza in tutti i principali gruppi del settore auto.

Al momento gli scienziati si trovano ancora in custodia cautelare estesa, misura contemplata dall’ordinamento tedesco e applicata per impedire loro di continuare con le proteste che avevano programmato fino al 4 novembre.

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Le richieste di Scientist Rebellion al governo tedesco

Il gruppo di studiosi fa parte della piattaforma Unite Against Climate Failure, che chiede al governo tedesco di riconoscere il fallimento climatico e mettere in campo azioni concrete:

  • chiedere immediatamente alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale di cancellare i debiti accumulati da Paesi che hanno l’impronta climatica minore
  • continuare l’impegno per una decarbonizzazione equa del settore dei trasporti, reintroducendo l’abbonamento mensile a 9 € per il trasporto pubblico e limitando la velocità massima della rete autostradale tedesca a 100 km/h.

Accogliendo le richieste del gruppo di scienziati, il governo tedesco potrebbe mandare un messaggio molto forte al summit della COP27: siamo fuori tempo massimo ed è ora di prendere misure radicali.
Potete trovare maggiori informazioni e firmare la petizione al governo tedesco sul sito web: Unite Against Climate Failure

[fonte: Il Mitte]

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