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COP27: la bicicletta grande assente

COP27, bicicletta grande assente. È iniziata la COP27, il summit internazionale sul clima in cui rappresentanti dei governi di tutto il mondo, ONG e portatori di interesse si riuniscono per discutere delle strategie di risposta e adattamento al cambiamento climatico.

La conferenza di quest’anno si tiene a Sharm-el-Sheikh in Egitto, una delle regioni più colpite dalla crisi climatica con siccità e temperature medie in rapido aumento.

Cop 27 logo

Clima di tensione al vertice

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha aperto le danze con una dichiarazione cruda e inequivocabile: “Siamo su una autostrada verso l’inferno climatico, con il piede sull’acceleratore”.

Il Presidente egiziano Al-Sisi aveva dichiarato che il summit globale di quest’anno avrebbe rappresentato “un punto di svolta radicale negli impegni internazionali per il clima, per l’Africa e per il mondo intero”.

In che modo questo intento si sta realizzando? E che ruolo ha la ciclabilità in ottica di riduzione dell’impronta ecologica della mobilità a livello globale? Le premesse, purtroppo, non sono delle migliori.

La mobilità in secondo piano

Negli undici giorni di svolgimento della COP27 dal 7 al 18 Novembre, il tema dei trasporti è relegato a incontri settoriali, ma nell’agenda principale è pressoché assente, oscurato da argomenti più prettamente finanziari come le compensazioni per i danni climatici ai Paesi in via di sviluppo.
Eppure, basta incrociare alcuni dati per rendersi conto che il problema dei trasporti è complesso e centrale per gli sviluppi futuri della crisi climatica in ogni regione del Pianeta.

I trasporti causano il 24% delle emissioni globali e la popolazione mondiale è sempre più urbanizzata, specialmente nei Paesi in via di sviluppo che comprendono l’80% della popolazione mondiale.
Secondo il rapporto 2022 dell’IPCC, le aree urbane contribuiscono già oggi al 70% delle emissioni di CO2 nel mondo, ma possono ridurre la loro impronta climatica investendo nella ciclabilità per raggiungere obiettivi più ambiziosi spendendo meno tempo e denaro.

La mobilità ai tempi del covid-19, Bikeitalia Talks

Le promesse dell’auto e la realtà della bicicletta

Investire nella ciclabilità come trasporto di massa dovrebbe essere al centro dell’agenda della COP27 perché la conversione all’elettrico di automobili, veicoli commerciali e mezzi pubblici non è un metodo praticabile nei tempi urgenti che la crisi climatica ci richiede, e soprattutto non nel Sud del mondo.

Secondo la Banca Mondiale, il 50% dell’Africa sub-sahariana non ha accesso a una fornitura costante di energia elettrica.
Le importazioni di veicoli nel continente africano sono composte per circa il 90% da veicoli usati, che spesso sono scartati dal Nord del mondo perchè non più compatibili con gli standard di emissioni imposti dai governi.

In una situazione del genere, possiamo pensare di ridurre del 45% le emissioni globali di CO2 nel giro di 8 anni, per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi, senza cambiare il paradigma della motorizzazione?

È tempo di pianificare la mobilità sulla base di mezzi di trasporto accessibili, sicuri e a emissioni veramente zero, come la bicicletta.

Il fallimento climatico e le proteste civili

L’assenza di questo discorso dall’agenda del vertice e la debolezza delle azioni messe in campo finora ha esasperato molti gruppi di attivisti per il clima, che hanno cominciato a parlare di “fallimento climatico” e hanno intrapreso azioni radicali come invasioni non violente di concessionarie di auto e blocchi di jet privati in sella a biciclette.

Attivisti in bici per il clima bloccano i jet privati all'aeroporto Schiphol di Amsterdam

L’Italia in Egitto

Queste proteste si inseriscono in un clima di tensione generale intorno alla COP27, che è anche uno dei primi appuntamenti internazionali per la neo premier Giorgia Meloni, la prima rappresentante del Governo italiano a visitare l’Egitto dall’uccisione di Giulio Regeni.

Il governo guidato dalla Meloni ha già dato un segnale riguardo al suo orientamento sulla mobilità e i possibili sviluppi futuri, rinominando il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili in Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Vedremo se la partecipazione al vertice di Sharm-el-Sheikh darà al governo degli spunti su cui lavorare per tutelarci dal futuro per come si prospetta oggi.

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Commenti

  1. Avatar fabio ha detto:

    ….non solo la bici è assente da Cop 27, ma anche i rappresentanti di metà della popolazione del Pianeta Terra (Cina India Russia….).

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