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Il primo anno senza Davide Rebellin

Il primo anno senza Davide Rebellin

Oggi – esattamente un anno fa – il ciclista inossidabile Davide Rebellin, 51 anni di cui 30 da professionista, veniva strappato alla vita sulla strada. Una morte violenta, come le troppe che contiamo ogni giorno sull’asfalto che si tinge di rosso: non quello del fondo delle piste ciclabili ma quello del sangue degli utenti fragili, i più vulnerabili e i meno tutelati (anche e soprattutto dal Codice della Strada).

Davide Rebellin ciclisti scrivono al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Wolfgang Riese, il camionista tedesco autore del suo investimento mortale, il 7 dicembre prossimo andrà a processo in Italia ed è imputato di omicidio stradale e omissione di soccorso. Dopo un percorso giudiziario complesso, Riese dopo l’estradizione in Italia e si trova attualmente detenuto nel carcere di Vicenza. La sua difesa il mese scorso, in vista dell’udienza, ha avuto addirittura il coraggio di presentare una richiesta di patteggiamento di 2 anni e 11 mesi di reclusione. Richiesta respinta dai familiari di Rebellin.

Un anno senza Davide Rebellin

Il campione veneto aveva lasciato il professionismo da appena sei settimane prima dell’oggi di un anno fa, a metà ottobre: l’ultima gara in carriera era stata un omaggio alla sua terra e alla sua storia, la Veneto Classic. E quel 30 novembre ha lasciato – strappato alla vita sulla strada – sua moglie, i suoi tre fratelli. E i suoi infiniti tifosi.

La grande famiglia del ciclismo orfana di Rebellin onora la sua memoria e ora spera in un giusto processo per il suo investitore: ma nessuno potrà ridarci quel suo dolce sorriso – un misto di tenacia, soddisfazione e sofferenza – che aveva quando tagliava il traguardo dopo aver dato tutto.

Un uomo che non si risparmiava e che ha trovato la morte sulla strada, in sella alla sua amata bicicletta, in un Paese che non salvaguarda l’incolumità di chi pedala e non fa nulla per incentivare chi sceglie questo straordinario mezzo di trasporto.

Il ricordo della Fondazione Michele Scarponi

La vicenda di Rebellin è simile a quello di un altro grande campione del pedale, Michele Scarponi: entrambi vittime sulle strade di casa, il veneto Davide a Montello Vicentino, il marchigiano Michele nella sua Filottrano.

E proprio oggi la Fondazione Michele Scarponi ha dedicato un pensiero alla memoria di Rebellin: “Mentre commemoriamo il primo anniversario della sua scomparsa, vogliamo richiamare l’attenzione sulla sicurezza stradale dei ciclisti o, meglio, di tutte le persone che pedalano. Chiediamo alle autorità di intensificare gli sforzi per proteggere chi sceglie la bicicletta come mezzo di trasporto, di lavoro e di svago, attraverso misure concrete che tutelino tutti gli utenti fragili sulla strada”, si legge sulla pagina Facebook della Fondazione.

Un messaggio che si conclude così: “In questo momento di dolore e riflessione, come Fondazione rivolgiamo il nostro pensiero alla famiglia Rebellin, che ha perso un marito, un padre, un fratello e al mondo del ciclismo tutto che ha perso un campione. Ciao Davide”.

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Commenti

  1. Avatar Attilio Pellarini ha detto:

    Di Rebellin ricordo in particolare le sue volate per tagliare “primo ” il traguardo.
    Grandissimo Campione
    Attilio Pellarini

  2. Avatar Attilio Pellarini ha detto:

    Seguivo il Campione Rebellin in modo particolare in occasione dello svolgimento del Giro d’Italia, del Tour de France. Lo ricordo ancora nelle sue incredibili volate verso il traguardo.

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