Storia di una mancata conquista, quella dell’Antartide: un continente remoto, inospitale, eppure capace di attrarre l’immaginazione di chi vede nella sfida estrema un’occasione di crescita personale. Omar Di Felice, ultraciclista di lungo corso, ha scelto di spingersi oltre i confini fisici e mentali, raccontando questa sua esperienza straordinaria nel libro “La mia Antartide” e nel documentario “White Out – Oltre l’Antartide”.
“La mia Antartide”, un libro che racconta l’estremo
Disponibile in libreria dal 22 novembre, “La mia Antartide” (Baldini+Castoldi) non è solo il racconto di un viaggio. È un dialogo intimo tra l’uomo e la natura, un percorso che Omar ha affrontato pedalando per 716,5 km in uno dei luoghi più ostili del pianeta.
Per 48 giorni, tra temperature polari che sfioravano i -25°C e venti catabatici impetuosi, Omar ha vissuto una solitudine assoluta, senza alcun supporto esterno. Il libro narra i momenti di sofferenza e le gioie di un’avventura che non si è fermata al mero traguardo sportivo, ma che lo ha trasformato interiormente.
“Non aver completato il percorso fino al Polo Sud”, scrive Omar, “è ciò che contribuisce a mantenere vivo il sogno dell’Antartide dentro di me”.
Il documentario White Out
La storia raccontata nel libro prende vita nelle immagini di White Out – Oltre l’Antartide, il documentario che ha debuttato il 27 novembre al Cinema Anteo City Life di Milano. Diretto da Nicolò Padovani e prodotto insieme a Different Media, il film cattura l’essenza dell’impresa di Omar, alternando scene mozzafiato di ghiacci infiniti a momenti di profonda introspezione.
La serata della prima – presentata dalla giornalista Lia Capizzi – ha visto la partecipazione di circa 150 ospiti tra giornalisti, esperti e appassionati, ed è stata un’occasione per celebrare il progetto più ambizioso dell’ultraciclista romano. Il documentario esplora il legame tra l’uomo e la natura, la resilienza e l’inevitabile confronto con i limiti umani.
Il racconto è arricchito dalle voci di figure come Luca Parmitano, astronauta dell’ESA, Hervé Barmasse, alpinista di fama mondiale, e le scienziate Serena Giacomin ed Elisa Palazzi, che offrono una prospettiva sull’Antartide non solo come luogo estremo, ma anche come ecosistema fragile, simbolo della crisi climatica. Fabio Vedana, coach motivazionale ed esperto di discipline di endurance, tiene le fila della narrazione attraverso il racconto della parte più intima e personale di Omar.
Un viaggio tra sogni e consapevolezza
Omar Di Felice, che negli anni ha compiuto imprese straordinarie come la traversata dell’Himalaya e il raggiungimento di Capo Nord in inverno, porta l’esplorazione moderna a un livello superiore. La sua Antartide non è solo un luogo geografico, ma un simbolo della capacità umana di sognare, soffrire e rinascere.
“Il nostro obiettivo”, ha spiegato il regista Nicolò Padovani, “era far emergere la difficoltà di ciò che Omar compie, rendendo evidente l’impatto umano dietro alle sue imprese”.
Prossimi appuntamenti
Dopo la prima di Milano, White Out sarà proiettato a Torino il 5 dicembre e a Cuneo il 6 dicembre – date entrambe già sold out – oltreché a Bologna il 17 dicembre.
Il libro sarà invece presentato il 4 dicembre alle 18:30 a Roma alla fiera Più libri, più liberi.
Per maggiori informazioni sui prossimi appuntamenti è possibile seguire direttamente i canali social di Omar Di Felice.
Un messaggio per tutti gli esploratori
Con il libro La mia Antartide e il documentario White Out, Omar Di Felice offre una doppia chiave di lettura: da una parte, un’avventura estrema che spinge i confini fisici; dall’altra, un viaggio interiore che ispira chiunque a confrontarsi con i propri limiti. Un’impresa da leggere, guardare e vivere, per ricordarci che ogni grande sogno nasce da una scintilla che è dentro di noi.
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