Allenarsi con il cardiofrequenzimentro: per il ciclista neofita sembra un oggetto di fantascienza mentre al ciclista avanzato appare come un oggetto inutile, superato dal sensore di potenza. In realtà il cardiofrequenzimetro è uno strumento importante per il ciclista e permette di migliorare il proprio allenamento in bicicletta. In questo articolo andiamo a vedere 5 motivi per allenarsi con il cardiofrequenzimetro.
5 motivi per allenarsi con il cardiofrequenzimetro
#1: Il cardiofrequenzimetro è uno strumento a basso costo
Rispetto al sensore di potenza, il cardiofrequenzimetro è uno strumento diventato “mainstream”. Sul mercato ne esistono di diversi tipi, dai più semplici ai più tecnologici e connessi. Un sensore cardio composto da un orologio da polso e una fascia cardio dedicata può costare, se andiamo sull’entry level, anche 50 euro; per poi arrivare a 200 euro per i sistemi più avanzati che dialogano con il ciclocomputer. Inoltre è possibile investire i soldi in uno smartwatch che faccia anche fitness tracking e che sia dotato di cardiofrequenzimetro. In questo modo (anche i i valori di frequenza cardiaca sono alterati rispetto a quelli delle fasce cardio) si può tenere sotto controllo la propria frequenza cardiaca in ogni momento della giornata.
#2: Il cardiofrequenzimetro è più facile da utilizzare di un sensore di potenza
Noi di Bikeitalia ci occupiamo di visite biomeccaniche dal 2015 e più di 1000 ciclisti sono passati nei nostri Bikeitalia LAB sparsi sul territorio italiano (Milano, Bologna, Bergamo, Firenze, Roma, Rimini e molti altri). Molto spesso mi rendo conto che l’acquisto di un powermeter produce una confusione per l’elevato numero di dati che fornisce, che per un amatore che non li sa leggere possono essere anche controproducenti. Il cardiofrequenzimetro è sicuramente più facile da leggere: una volta che abbiamo calcolato le nostre soglie di lavoro, basterà impostare degli allarmi che ci ricordino che abbiamo superato la soglia e così poter lavorare in modo efficiente, senza avere troppi dati a cui badare.
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#3: Permette di confrontare le sensazioni con un paramento interno
L’allenamento si compone di due carichi, ovvero due tipologie diverse di sforzo: uno interno e uno esterno. Quello esterno indica “come ci siamo allenati” ed è identificato dalla lunghezza, dal dislivello o dal tempo passato in bici. Il carico interno indica come il nostro corpo ha reagito al carico esterno. Il cardiofrequenzimetro è un indicatore del carico interno e saper confrontare questi due dati è fondamentale. Se, per esempio, facciamo un’uscita impegnativa ma la frequenza cardiaca non sale, significa che siamo affaticati, così come se facciamo un’uscita leggera ma il nostro cuore batte all’impazzata. Il cardiofrequenzimetro ci permette di confrontare le nostre sensazioni di freschezza o stanchezza con la risposta fisiologica del nostro organismo, facendoci capire se ci stiamo allenando bene o no.
#4: Consente di rendere più efficienti gli allenamenti
Allenarsi a sensazione può essere utile ma fino a un certo punto. Se vogliamo diventare puntuali ed efficienti dobbiamo utilizzare i dati. E i dati più immediati che possiamo utilizzare sono quelli della frequenza cardiaca, dati dal cardiofrequenzimetro. Se vogliamo dimagrire, per esempio, possiamo usare la formula di Maffettone, che è basata sulla frequenza cardiaca. Se vogliamo fare allenamenti ad alta intensità per favorire la densità mitocondriale, dovremo basarci sulle tre zone di Seiler, che sono sempre riferite alla frequenza cardiaca. Utilizzare la frequenza cardiaca e allenarsi con il cardiofrequenzimetro è quindi il primo punto di partenza per potersi allenare in modo più efficiente.
#5: È uno strumento di valutazione preventivo
Come emerso dallo studio “The Emerging Role of Wearable Technologies in Detection of Arrhythmia” (Canadian Journal of Cardiology, 2018), l’utilizzo dei cardiofrequenzimetri da polso sta avendo un ruolo sempre più importante nella valutazione preventiva di eventuali problematiche cardiache asintomatiche, come aritmie o extrasistoli. Inoltre è possibile, se usiamo un cardiofrequenzimetro da polso, tenere monitorata la frequenza cardiaca a riposo e vedere se vi sono alterazioni del ritmo cardiaco. Questo è utile sia per ciclisti che usano la bici dopo aver vissuto problemi cardiaci oppure per chi inizia a pedalare dopo aver passato molti anni da sedentario.
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