Dall’1 settembre 2022, data in cui il Nobel per la Fisica 2021 Giorgio Parisi ha condiviso sui social un post in cui affermava che la pasta si cuoce benissimo anche a fuoco spento, l’argomento ha generato sempre più discussioni. Stiamo parlando ormai di una “metanotizia”, lo stadio in cui il vero argomento è ormai diventato il dibattito intorno all’argomento stesso.
Il motivo per cui noi ne abbiamo parlato su Bikeitalia, però, è ben preciso: la cottura a fuoco spento è un modo per risparmiare energia.
Rispetto al 2021, già da quest’anno le forniture di gas dalla Russia all’Europa saranno ridotte del 35%.
Il piano di risposta abbozzato dall’Unione Europea prevede una restrizione del 5% ai consumi di energia nelle fasce di picco (dalle ore 8 alle 20).
Se una riduzione dell’offerta incontra un aumento della domanda, con il conseguente innalzamento dei prezzi per il consumatore, chi utilizza l’energia dovrà ridurre i propri consumi per una questione di economia personale.
Quanto risparmiamo cuocendo la pasta a fuoco spento?
Per un consumo medio annuo di 23 chili di pasta il risparmio è di circa 45 kWh all’anno, l’equivalente di 5 litri di benzina, che al distributore costano meno di 10 euro, in bolletta invece 12 euro.
Se è vero che la pasta risulta ugualmente commestibile, e che il risparmio per quanto esiguo è sempre risparmio ed è prezioso, siamo sicuri che non si possano compiere anche altre scelte per abbassare i costi e l’impatto ambientale del nostro stile di vita?
Tra il 2021 e il 2022, Bikenomist Srl ha condotto per conto del Comune di Parma un progetto di coinvolgimento ludico di insegnanti e alunni delle scuole elementari, con l’obiettivo di sensibilizzarli riguardo alla scelta del mezzo per spostarsi tra casa e scuola.
Questo esperimento di “gamification” dei tragitti quotidiani ha ridotto del 13% l’uso dell’auto nelle scuole partecipanti.
Siamo sicuri che i comportamenti dei bambini siano meno importanti di quelli degli adulti?
A partire dai dati raccolti grazie a questo lavoro, ipotizziamo che, in una classe, 20 alunni vengano accompagnati in automobile a scuola.
In un solo giorno, i loro tragitti casa-scuola-casa consumeranno una quantità di energia equivalente a quella risparmiata da ogni italiano nel giro di un anno cuocendo la pasta a fuoco spento.
Moltiplicando questo dato su tutte le scuole d’Italia per 200 giorni di scuola, otteniamo un consumo energetico di circa 260 gigawattora, paragonabile alla produzione annua di una piccola centrale termoelettrica come quella di Colleferro (RM), che dà energia a circa 75.000 famiglie.
Abbiamo calcolato questi dati su un campione statistico di una piccola città, dove la distanza media tra casa e scuola è di 1,2 km. La disposizione sul territorio delle scuole elementari è per la maggior parte capillare, e anche nelle regioni meno dense esse si trovano a un massimo di 8 km l’una dall’altra.
Dopo il grande dibattito sulla cottura della pasta a fuoco spento, abbiamo calcolato quanta energia si potrebbe risparmiare se gli italiani smettessero di caricare in auto i bambini come fossero bagagli, per accompagnarli a scuola percorrendo una distanza media che a piedi si fa in 15/20 minuti e in bici in 5/10 minuti al massimo.
Ogni anno scolastico, migliaia di scuole vengono assediate dalle automobili, un “male necessario” che è molto più “male” e meno “necessario” di quanto non si pensi.
Chiusi sul sedile posteriore dell’auto, i bambini respirano aria più inquinata che all’esterno e non imparano a muoversi nello spazio in autonomia, pregiudicando il proprio sviluppo psicofisico.
Un cambiamento di queste abitudini consolidate porta un beneficio non solo ai bambini e ai genitori, ma anche alla società: diminuire le auto in circolazione migliora la sicurezza stradale, la qualità dell’aria e la vivibilità dello spazio pubblico.
Non basta spegnere il fuoco della pasta: possiamo evitare di accendere i motori e di usare l’auto quando non serve.
E giovedì 22 settembre 2022 le Associazioni invitano a recarsi a scuola senz’auto in occasione del Car Free Day.
ho letto l’articolo, l’unica cosa che mi viene da dire è: grazie!