Quale bici per un Trail?

Quale bici per un Trail?
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L’estrema varietà dei Trail italiani, che mescolano sterrati, lunghi tratti su asfalto, strade bianche e discese tecniche, mette i parteciapnti di fronte a una scelta davvero difficile: quale bici usare? Esiste una bici perfetta per i Trail? Quali componenti scegliere e come allestire la bici? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, analizzando come sia possibile trovare la bici ideale per affrontare un Trail.

Le caratteristiche della bici per i Trail

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Nonostante le differenze geografiche ed organizzative dei vari Trail italiani, tutti hanno in comune due aspetti fondamentali: lunghezza e varietà. Tutti infatti si snodano lungo percorsi molto estesi, che vanno dai 300 ai 600 e passa chilometri, con un fondo che cambia rapidamente, passando da asfalto a sentiero tecnico, senza soluzione di continuità. Da qui si può capire che una bici “perfetta” non può esistere, poiché le variabili sono talmente tante da non poter essere racchiuse in un unico mezzo. Le caratteristiche che una bici da Trail deve avere sono:

Comoda: deve essere facile da guidare, assorbire le vibrazioni trasmettendole il meno possibile al ciclista, avere una seduta eretta e poco aggressiva e deve consentire di passarvi sopra parecchie ore senza che si presentino problemi alla schiena, ginocchia o indolenzimento del collo;

Versatile: la bici deve essere il più versatile possibile, permettendo di affrontare con sicurezza i tratti di sterrato o di singletrack in mezzo al bosco ma allo stesso tempo di spingere quando si pedala su asfalto. Per questo l’allestimento deve essere “ibrido” e studiato nei minimi dettagli;

Oltre a queste caratteristiche di base, la bici deve essere in grado di accogliere borse da bikepacking, per trasportare tutto quello di cui si avrà bisogno lungo il trail.

Visto che la maggior parte dei Trail si svolge fuoristrada, su strade bianche, sentieri di montagna e sterrati lungo gli argini dei fiumi, viene subito in mente come una mtb possa essere la bici perfetta per questo genere di eventi. In linea di massima questo è vero, ma anche qui vanno effettuate delle scelte sull’assetto:

  • La mtb più indicata è una front con un travel da 100-120mm;
  • I copertoni devono essere il più scorrevoli possibili, con tassellature fitte e poco pronunciate e una larghezza che non supera i 2”-2,1”;
  • Dato l’elevato impegno e il dislivello positivo, la trasmissione più indicata è una doppia anteriore (Jary Petervary, uno dei campioni di questa disciplina, usa una tripla anteriore). Il monocorona (anche 1×11 o 1×12) può rivelarsi limitante, soprattutto se si opta per dentature che consentono di avere rapporti corti “da salita” che pregiudicano nei tratti in pianura;
  • Tra le varie “misure” a disposizione, le ruote da 29” sono da preferire, grazie al maggior sviluppo metrico permettono così di spingere maggiormente nei tratti pianeggianti;
  • Se invece il Trail è più estremo e si svolge maggiormente su sterrato e su fuoristrada “scassato”, si può utilizzare una mtb full, anche se potrebbe rivelarsi pesante nei tratti in piano.

Le gravel bike vengono spesso associate a questo tipo di eventi, grazie alla loro versatilità e all’impostazione di derivazione “corsaiola”, che permette di mantenere altri ritmi di pedalata. La gravel bike però presenta dei limiti sui tratti molto sconnessi, dovuti alla forcella rigida. L’allestimento più indicato per una gravel bike per un Trail è il seguente:

  • Per il telaio, la scelta è soggettiva. L’acciaio è sicuramente il più indicato, grazie all’elevata resistenza ma anche all’elasticità che lo rende comodo da pedalare. L’alluminio permette di alleggerire il peso totale della bici, mentre la fibra di carbonio è sicuramente più rigida. Questo fa sì che la bici si comporti molto bene nei tratti su asfalto ma potrebbe pagare dazio nelle sezioni più sconnesse;
  • Coperture da 700×38 o 700×40, con tassellature fitte e scorrevoli. È consigliata la conversione a tubeless o l’uso di camere d’aria rinforzate;
  • Il manubrio classico da corsa potrebbe essere limitante fuoristrada, per cui si possono scegliere pieghe da corsa con angolature diverse, che aumentano la distanza dall’attacco e quindi la governabilità del mezzo. Soluzioni come il Salsa Woodchipper o Cowchipper sono molto frequenti nei Trail;
  • Un componente molto utilizzato sono le appendici da cronometro o da triathlon. Montate sul manubrio infatti consentono di allungarsi sul tubo orizzontale e di stirare i muscoli della schiena, per allentare le tensioni ed evitare l’insorgenza di tecnopatie. Inoltre consentono di acquisire una posizione aerodinamica per spingere maggiormente in pianura;

Bici da viaggio e Trail

Le bici da viaggio con impostazioni off-road, come la Salsa Fargo, la Surly Long Haul Tracker o la Salsa Cutthroat, sono molto popolari nei Trail. Nonostante la rigidità della forcella, i telai in acciaio offrono comodità, resistenza e assorbimento delle vibrazioni. La posizione in sella è più eretta e stabile e questo consente di affaticare meno i muscoli della schiena e del collo. L’allestimento più indicato è il seguente:

  • Le coperture sempre scorrevoli, che non superino i 2-2,1”, gonfiate a 2,5bar o al massimo 3bar se la partenza è su asfalto;
  • I freni a disco idraulici o meccanici offrono una potenza di frenata maggiore e più gestibile, oltreché affidabile anche in caso di pioggia o fango;
  • Anche qui conviene montare le appendici da crono, senza aggiungervi leve cambio o freno, ma solo per allungare le mani e quindi rilassare i muscoli della schiena;
  • L’assetto da bikepacking va studiato con cura, per distribuire bene i pesi e non inficiare sulla guidabilità del mezzo;

Fat Bike e Trail

Anche le Fat bike spopolano sempre più sui Trail. Grazie alle coperture generose, le Fat Bike sono ottime per superare qualsiasi ostacolo, sia in salita che in discesa, anche se pagano dazio nei tratti su asfalto dove si deve spingere a fondo sui pedali. In questo caso la scelta di una bici del genere è più dettata dalla passione per questi mezzi che da esigenze reali, per cui il consiglio è di comunque cercare di renderla il più leggera e scorrevole possibile, magari gonfiando a una pressione più alta le gomme per poi sgonfiarle quando sarà terminata la parte su strada.

Consigli generali

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Qualunque sia la bici che scegliate per affrontare il vostro Trail, ecco una serie di consigli generali che vanno bene in ogni caso e che vi eviteranno di trasformare l’evento in un incubo:

La bici deve essere rodata: mai partire per un Trail con una bici nuova o alla quale non ci si è fatta l’abitudine. La bici deve essere stata usata per parecchie uscite, con fondi diversi e in diverse situazioni, per prendere confidenza con il mezzo e con le sue caratteristiche. Bisogna abituare il corpo alla posizione in sella, imparare a usare tutti i rapporti e conoscere limiti e potenzialità del proprio mezzo;

Effettuare un’attenta regolazione biomeccanica: come diciamo sempre, è la bici che deve adattarsi al ciclista e mai al contrario. Prima di partire per il Trail è bene controllare tutte le regolazioni biomeccaniche, in modo da “cucire” il mezzo sulle proprie caratteristiche e sulla struttura corporea. Per cui è bene controllare l’altezza di sella, l’arretramento e la distanza tra la sella e il manubrio;

Prediligere una seduta più eretta: nei limiti del possibile si deve preferire una seduta con schiena dritta, in modo da limitare il sovraccarico dei muscoli lombari e del collo. Si può invertire l’attacco manubrio, montandolo in positivo, in modo da elevare il manubrio e quindi rendere più verticale la schiena;

Preferire i pedali a sgancio: i pedali di tipo SPD (quelli da mtb) sono i più indicati per i Trail, poiché consentono di avere un controllo totale del mezzo, di posizionare il piede sempre nella stessa posizione (evitando infiammazioni e dolori) e di migliorare il gesto di pedalata. Se si ha paura dell’utilizzo degli SPD, si possono effettuare delle uscite preliminari per aumentare il feeling con questa tecnologia oppure usare i pedali ibridi da cicloturismo, che presentano una faccia dotata di tacchette e una flat;

Prediligere la comodità: quando si effettua il setup della propria bici prima di partire per il Trail, è bene tenere a mente che si dovrà pedalare per molte ore di seguito. Quindi l’obiettivo deve essere la massimizzazione della comodità in sella e non della performance o della velocità. Quindi la leggerezza dei componenti non è la qualità primaria, quanto invece non si la resistenza e l’assorbimento delle vibrazioni;

Concludendo

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Il fascino dei Trail è questo: ognuno li può affrontare con lo spirito (e quindi con la bici) che preferisce. Non esiste una ricetta adatta a ciascuno, né una formula magica per il setup della bici. Il consiglio è quello di studiare bene l’itinerario, conoscerne i tratti su asfalto e quelli di sterrato e di controllare i dislivelli. Dopo aver effettuato questa analisi, si potrà passare alla scelta dei componenti, adattandoli per ciò che si troverà a dover affrontare. Solo con l’esperienza e dopo aver provato più soluzioni si potrà trovare il proprio assetto, un setup (quasi) perfetto, con il quale affrontare qualsiasi tipo di Trail.

Si ringraziano Roberto Polato del Veneto Trail e Daniele Bifulco del Lazio Trail per la preziosa consulenza

Commenti

  1. Avatar roberto ha detto:

    ottimo articolo, essenziale e chiaro per un approccio ragionato alla scelta della migliore soluzione.

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