Che pedalare aiuta a resistere all’infezione da Covid-19 lo abbiamo già scritto. E abbiamo anche sottolineato che chi utilizza regolarmente la bici ha minori probabilità di essere ospedalizzato in caso di infezione da Covid-19.
La domanda ora è: quanto tempo dobbiamo passare in bici per avere dei benefici reali contro il Covid-19?
È una domanda che da sempre moltissimi studiosi si sono posti: “Qual è il volume minimo di attività fisica settimanale che genera benefici e diminuisce il rischio di mortalità?”.
Ho fatto una ricerca all’interno della letteratura scientifica e ho trovato due studi che possono aiutarci a capire quanto tempo dobbiamo investire sulla nostra amata due ruote per ottenere in cambio una salute più forte, un sistema immunitario più resistente e una prospettiva di vita più lunga.
Il primo, dal titolo “Longevity in Male and Female Joggers: The Copenhagen City Heart Study”, è stato pubblicato nel 2013.
Dal 1976 al 2003, 17.585 persone si sono sottoposte a esami nel centro cardiologico dell’ospedale di Copenaghen. Di questi, 1.878 erano runner amatoriali ma parecchio costanti. Incrociando i dati, è emerso come i 1.878 runner siano vissuti in media 6 anni in più degli altri, sviluppando meno malattie durante la vecchiaia. I più longevi sono stati quelli che correvano 2 ore e mezza a settimana, ogni settimana della propria vita, indipendentemente dall’intensità.
Nel secondo, “Is running associated with a lower risk of all-cause, cardiovascular and cancer mortality, and is the more the better? A systematic review and meta-analysis”, pubblicato nel 2020 (quindi davvero fresco), sono stati revisionati 14 studi longitudinali (ovvero che valutano le modifiche sul lungo periodo dei soggetti coinvolti), nei quali chi praticava attività aerobica (come la corsa) sviluppava in media il 27% in meno di problemi cardiaci e aveva il 30% in meno di possibilità di ammalarsi di cancro.
Ma la sostanziale notizia che emerge da questo studio è che “qualunque” volume di attività fisica aerobica è in grado di offrire benefici rispetto alla sedentarietà. Addirittura anche solo 50 minuti a settimana di corsa possono produrre dei benefici sulla salute, esponendo a un rischio di malattia inferiore e allungando la vita di chi la pratica.
Da questi studi emerge chiara una cosa: l’attività fisica di resistenza aerobica, come il ciclismo o la corsa, è uno strumento per migliorare l’esistenza delle persone. E soprattutto non sono necessari investimenti di tempo esagerati o da atleti professionisti. Le linee guida dell’OMS parlano di almeno 30 minuti al giorno ma questi nuovi studi mostrano come in realtà ne serva molto meno per ottenere benefici duraturi, se riusciamo a essere costanti.
Da parte mia non posso che chiedere (e pretendere) che i consulenti del Ministero della Salute non vietino anche l’attività fisica di resistenza aerobica all’aperto, come la bici e la corsa, poiché significherebbe privare i cittadini italiani di uno strumento validato e supportato da infinite evidenze scientifiche per combattere la diffusione del Covid-19.
Ogni fine settimana, andare in bicicletta è un’attività di routine che svolgo con la comunità e la famiglia.