Viaggiare

Jovanotti e il viaggio in bici: “Esperienza bellissima alla portata di tutti”

Per il lancio della nuova stagione del suo docu-trip “Aracataca – Non voglio cambiare pianeta 2” in arrivo lunedì 24 aprile 2023 su RaiPlay, Lorenzo Jovanotti ha fatto la consueta conferenza stampa di presentazione in un posto in cui non era mai stato: la sede della Rai di Viale Mazzini. Curioso che per raccontare il suo viaggio in bici di un mese dall’altra parte del mondo (dalle Ande all’Amazzonia, 3.500 chilometri e oltre 50.000 metri di dislivello, più del Giro d’Italia, ndr) la location scelta, a due passi dal Vaticano dove è cresciuto, fosse per lui del tutto nuova e praticamente sconosciuta.

Locandina Aracataca Non voglio cambiare pianeta 2 Lorenzo Jovanotti
Lorenzo Jovanotti e il viaggio in bici #Aracataca, dalle Ande all’Amazzonia

Jovanotti e il senso del viaggio in bici

Ma, più che una consueta conferenza stampa, l’incontro di Lorenzo Jovanotti con i giornalisti (e con una scolaresca del Liceo Virgilio di Roma) è stato il momento per parlare a ruota libera su diversi argomenti, partendo dalla bicicletta e dal senso del viaggio, per poi spaziare anche alla letteratura, alla filosofia e al raccontare di sé in prima persona.

Come arrivare in anticipo partendo in ritardo?

Regola numero uno per arrivare in tempo alle conferenze stampa: scegliere il mezzo adatto, soprattutto se si parte da casa in leggero ritardo sulla tabella di marcia. Specie se l’evento si tiene a Roma.

La sala è gremita: da un lato i giornalisti, dall’altro i ragazzi del Liceo Virgilio; tra loro decine di videocamere, telecamere e smartphone per registrare e ritrasmettere l’evento sui diversi canali streaming e social. Dopo la presentazione di una clip del docu-trip girato da Lorenzo Jovanotti in autonomia (e poi montato da Michele Lugaresi, che ha lavorato su oltre 70 ore di girato, ndr), parte il primo giro di domande.

Guarda la conferenza stampa di Lorenzo Jovanotti “Aracataca – Non voglio cambiare pianeta 2”

Chiaramente a noi di Bikeitalia – più che la godibilissima e orecchiabile colonna sonora composta appositamente per questa seconda stagione – interessano un paio di aspetti legati al cicloturismo e alla scelta della bici per viaggiare e partiamo subito con la prima domanda: “Con questo progetto sei diventato un testimonial del cicloturismo: viaggiare in bici può essere per tutti?”, gli chiedo.

Lorenzo Jovanotti: “Io, testimone del cicloturismo”

E lui, di rimando: Più che un testimonial sono un testimone: nel senso che lo pratico da sempre. Perché a volte il testimonial è anche quello che non le fa le cose. Io invece adoro la bicicletta: senza nessun agonismo: ho fatto due Granfondo nella mia vita ma non mi piace il gruppo, non sono adatto. Per me la bici è uno sport solitario, una forma di meditazione. E, sì: viaggiare in bici lo consiglio a tutti, a tutte le età. Ognuno ha i suoi tempi, poi tu vai col tuo ritmo. O viaggi da solo o trovi un compagno di viaggio che non s’innervosisce”.

“Il bello è l’avventura”

E poi Lorenzo continua con una lunga digressione basata sull’esperienza dei suoi viaggi in bici in mezzo mondo: “Viaggiare è un’attitudine della testa: questi viaggi sono faticosi, a volte non trovi da dormire, gli alberghi non sono un granché, per usare un famoso eufemismo. Oppure si mangia quello che trovi: però questo è il bello, è l’avventura. Lo consiglio a tutti, anche in Italia”.

Lui – ci spiega – non viaggia in bici in Italia: “Non lo faccio per una questione di ingombro della mia faccia: sennò diventa un lavoro, diventa una performance artistica ovunque mi fermi. Con la gioia che questo comporta, ma mi manca l’anonimato che comunque è un piacere. Quindi ho fatto pochi viaggi in bici in Italia: però lo consiglio, prendete e partite. Veramente ormai è alla portata di tutti ed è un’esperienza bellissima”.

In bici tutto si riduce all’essenziale

“Poi sai che cosa succede? Tu inizi anche senza allenamento: i primi tre giorni soffri come un pazzo, poi dopo entri dentro questo ritmo e diventi un animale, diventi un cavallo. La testa dà degli ordini al corpo di stare bene, tutto si riduce all’essenziale. Mangiare, riposare, recuperare. Quindi dopo due tre giorni entri proprio in uno stato di coscienza più dilatata, più espansa, quella che chiamano la dissoluzione dell’ego, quindi ti fondi con questo mezzo, con le cose che incontri, con la strada. E l’esperienza è profonda e molto rigenerante. Se riesci a superare il ‘tipping point’ e scollini, poi dopo non fai più fatica e diventa una vera esperienza psichedelica direi, molto piacevole”.

La scelta e l’allestimento del mezzo

E, a proposito del mezzo, la nostra domanda come Bikeitalia riguardava proprio la bici con cui Lorenzo Jovanotti ha compiuto questo viaggio ai confini del mondo nelle terre e nell’immaginario narrato nei libri di Gabriel Garcia Marquez: “Come hai scelto e come hai allestito la bici per fare questa impresa?”. Stiamo parlando di un mezzo che, a pieno carico, pesava circa 50 chili; e che oggi, con tanto di borse e allestimento da viaggio, era presente in sala in quanto co-protagonista del docu-trip.

Una bici da viaggio comoda

“La bici l’abbiamo progettata con Augusto Baldoni, che ha un negozio di biciclette ed è un grande esperto: abbiamo preso i tubi di acciaio, abbiamo disegnato il telaio rispetto alle caratteristiche che cercavo. Perché l’ultima volta che ho viaggiato – quando ho fatto il Cile e l’Argentina – avevo avuto un problema alle mani, avevo perso sensibilità alla punta delle dita per quattro mesi , tanto che facevo fatica a suonare la chitarra. E quella era una cosa dovuta alla posizione in sella, troppo piegata. Questa volta abbiamo alzato un po’ la posizione e l’abbiamo accorciata: esteticamente è meno avvincente, dal punto di vista della ‘figaggine’, però è comoda e confortevole”.

La mia Adventure Bike: metà gravel, metà mtb

Materiali e caratteristiche? “L’abbiamo progettata in ogni aspetto: per esempio abbiamo messo ruote da bici elettrica, perché sono più dure che si bucano con più difficoltà e sono più stabili. La forcella è in carbonio, però il telaio è di acciaio perché in caso di rottura in viaggio lo puoi saldare facilmente da un fabbro; il carbonio se si rompe lo butti, l’alluminio devi trovare un saldatore specializzato ed è difficile”. (Come mi ha raccontato Augusto “Gus” Baldoni al termine della conferenza stampa i tubi in acciaio scelti sono dei Columbus Zona a triplo spessore, ndr).

“Ci sono alcune altre caratteristiche che, in base ai viaggi che ho fatto, mi sembravano utili: quindi abbiamo realizzato un incrocio tra una gravel e una mtb: è una bici da viaggio, noi la chiamiamo Adventure Bike per fare i fighi. Però non esiste in commercio: l’abbiamo costruita”. Dunque un pezzo unico, che essendo di acciaio potrà accompagnare Lorenzo Jovanotti per molti, moltissimi altri chilometri in sella

Piccola nota a margine: la bici in questione è montata con un cambio monocorona, con rapporti adatti a viaggiare ma pur sempre senza né una doppia né una tripla all’anteriore. Un particolare che fa assaporare ancora di più la fatica e il gusto per la salita e gli oltre 50mila metri di dislivello pedalati da Jovanotti con un mezzo che, a pieno carico, pesava 50 chili. Chissà che cosa ne pensano ad Aracataca.

Lorenzo Jovanotti e la sua bici da viaggio
Jovanotti e il viaggio in bici con un mezzo che, a pieno carica, pesava circa 50 chili

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Commenti

  1. Avatar Guido ha detto:

    Che Lorenzo sia un Superman è vero, però 3.500 km. In un mese con 50.000 mt di dislivello ed un peso di 50 kg. Non è fattibile.
    Faccio tappe da 140/150 al giorno con dislivelli che partono da 1.800/2.100, ho girato Sardegna, Corsica, Sicilia. Con mtb allestita con Max 10kg. E vi dico che è veramente dura, sono super allenato ed ho 57 anni.C’è qualcosa che mi sfugge.

  2. Avatar ilbat ha detto:

    Caspita. 120km e 1600m al giorno ogni giorno per un mese con una monocorona da 50kg è una impresa da ironman, altro che da feicchettone, complimentissimi.
    considerando poi che in giro capita la giornata di dissenteria o di maltempo o di guasto….. superman!!!!!
    Solo per dare coraggio a chi volesse viaggiare si sappia che alzandosi da una sedia da ufficio a cinquantanni si può aspirare al massimo e con tanta fortuna ad una media di 80k e 1000 metri, considerando che capitano tappe da 180 o da 2500.
    L’importante comunque è partire, sarà sempre un successo.

  3. Avatar Giovanni ha detto:

    bello… però 3500 km e 50000 D+ in un mese con 50 kg di bici mi sembrano davvero un po troppi…

  4. Avatar Riccardo ha detto:

    Complimenti Lorenzo
    Ti ammiro e ti stimo a 360 gradi
    Il tuo modo di affrontare le cose e la vita spero sia di esempio a tanti giovani e non
    ARACATACA

  5. Avatar Andrea agus ha detto:

    condivido il viaggio in solitaria xche dopo 3gg è come la meditazione sei estraniato dal mondo moderno e torni primitivo e libero

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