Biomeccanica

Sella con il buco: guida definitiva alla scelta

Sella con il buco: uno degli argomenti più chiacchierati ma meno compresi nel mondo del ciclismo. Noi di Bikeitalia ci occupiamo di visite biomeccaniche dal 2015 e più di 1400 ciclisti sono passati dai nostri studi sparsi su tutto il territorio nazionale. Molti di questi si sono rivolti a noi perché volevano essere consigliati sull’utilizzo di una sella con il buco. In questo articolo vogliamo spiegare bene quando, come e perché scegliere una sella con il buco.

Breve anatomia del rapporto sella con il buco e ciclista

Sella con il buco

Partiamo dall’anatomia, poiché per comprendere se serve o meno una sella con il buco, dobbiamo prima dominare dei concetti base di com’è fatto il nostro corpo. Il punto di contatto, a livello prettamente anatomico, tra sella e ciclista è la pelvi.

Anatomia della pelvi

La pelvi è un distretto anatomico composto dall’unione di 3 ossa: ischio, ileo e pube. Sulla parte anteriore ha la forma di un otto sdraiato e schiacciato. Nella parte centrale entra in contatto con la colonna vertebrale e precisamente con la curva sacrale, generando le articolazioni sacroiliache. Nella parte inferiore laterale sono presenti due cavità, dette acetaboli. All’interno dell’acetabolo s’innesta la testa del femore, generando così l’articolazione dell’anca. Sulla parte frontale, tra i due acetaboli, troviamo il pube, che è unito da un’articolazione scarsamente mobile detta sinfisi pubica.

Il bacino quindi si presenta come un anello, in cui troviamo anteriormente le ossa pubiche, lateralmente le ossa iliache e posteriormente le ossa ischiatiche, le quali a loro volta presentano due protuberanze con una vaga forma tondeggiante: queste sono le tuberosità ischiatiche, quelle che effettivamente vanno a contatto con la sella. Le tuberosità ischiatiche sono anche le due ossa che percepiamo appena sotto la linea glutea quando ci sediamo su una sedia. Oltre alla parte ossea, la pelvi è un distretto estremamente importante per il ciclista. Sul bacino infatti si inseriscono i muscoli del core addominale, che sono deputati alla stabilità pelvica durante la pedalata, e sempre dalla pelvi originano i muscoli delle gambe, che producono potenza. Il bacino è quindi uno snodo importantissimo per il ciclista;

Il distretto pelvico è importante poiché al suo interno anche gli organi genitali e i tessuti molli del pavimento pelvico. Oltre agli organi genitali, troviamo numerosi muscoli, tendini e tessuti molli che sostengono lo sfintere anale, l’uretra e gli stessi organi genitali.

Genitali e sella con il buco

Questa zona è densamente innervata e vascolarizzata e può succedere che vada in sofferenza durante la pedalata.

Nello studio “Genital numbness and impotence rate in long distance cyclists” (Journal of Urology, 1999) si riporta per esempio che l’incidenza di problemi legati al pavimento pelvico è dell’11,3% nei ciclisti rispetto al 3,9% nella popolazione che non utilizza la bicicletta.

Inoltre negli uomini, sotto la vescica e davanti al retto, abbiamo la presenza della prostata, un organo che contribuisce alla produzione dello sperma maschile e che influenza aspetti come l’erezione, l’eiaculazione e anche la necessità di urinare.

La prostata può andare incontro a infiammazione (prostatite) o a patologie più gravi come iperplasia o tumore, che colpiscono soprattutto sopra i 40-50 anni, per cui è importante per un uomo (ciclista e non), effettuare regolari controlli urologici una volta raggiunta questa età, al fine di scongiurare o tenere sotto controllo l’insorgenza di queste patologie. 

Bacino e biomeccanica del ciclismo

Quando saliamo in bici, quindi prendiamo rapporto con il nostro mezzo con 6 punti di appoggio:

  • Due piedi sui pedali
  • Due mani sul manubrio
  • Due tuberosità ischiatiche sulla sella

Durante la pedalata il bacino non è un blocco rigido bensì si muove in continuazione. Dato che il ciclismo è uno sport asimmetrico, anche la pelvi si muove in maniera asimmetrica, poiché mentre una gamba è in fase di spinta l’altra è in fase di risalita. Il bacino ha un movimento tridimensionale e potete immaginarlo con un’elica con uno snodo all’altezza della sinfisi pubica: quando la gamba destra spinge sul pedale, la parte destra del bacino ruota in avanti per accompagnare il gesto, per poi tornare in posizione e lasciare che la parte sinistra ruoti in avanti quando è la gamba sinistra a spingere.

Questo movimento tridimensionale fa sì che il ciclista sperimenti un appoggio anteriore sulla sella, poiché la stessa tuberosità ischiatica ruota verso la parte frontale. Vengono quindi interessati dalla pressione anche i tessuti molli del perineo, che possono quindi andare incontro a fastidi come perdita di sensibilità, formicolio o infiammazione.

La pressione in sella e la sua distribuzione

Come si distribuisce la pressione in sella? Questo è un altro aspetto fondamentale se vogliamo decidere l’utilizzo di una sella con il buco. Dividiamo la sella in due aree: l’area anteriore e quella posteriore. Il limite di queste due aree è il punto anatomico di sella, ovvero dove la sella è larga 75mm. In letteratura troviamo che la pressione ottimale dovrebbe essere concentrata al massimo per il 25% nella parte anteriore e per il 75% dovrebbe gravare sulla parte posteriore della sella.

Ma questo non sempre è vero, poiché dipende molto dalla posizione del ciclista (e ciò fa sì che la sella con il buco possa essere utile).

Vi sono alcune situazioni che possono produrre un aumento della pressione sulla parte anteriore di sella:

In questi casi si ha un aumento della pressione genitale determinata da una maggiore antiversione di bacino, che produce quindi uno spostamento dell’area di pressione verso i genitali. E qui allora può avere senso una sella con il buco.

Come scegliere una sella con il buco

Sella con il buco

La sella con il buco ha lo scopo di scaricare la parte centrale del pube: genitali e pavimento pelvico. La mancanza di materiale nel canale centrale fa sì che la sella con il buco scarichi la pressione e permetta una miglior circolazione sanguigna, con riduzione di sofferenze e addormentamenti.

La sella con il buco è quindi utile sempre? No, perché ogni ciclista è a sé e ogni caso va valutato individualmente. Se vogliamo definire tre grandi situazioni in cui una sella con il buco potrebbe essere più utile di una sella piatta, abbiamo:

  • Patologie pregresse: se abbiamo già sofferto o veniamo da una famiglia predisposta a problemi di tipo prostatico, la sella con il buco può aiutarci ad alleviare il problema o a evitarne il peggioramento;
  • Posizioni molto aerodinamiche: se siamo triatleti oppure ciclisti su strada che amano tenere una posizione più aggressiva, il rischio è di portare maggior appoggio anteriore. In questo caso una sella con il buco può alleviare la pressione, permettendo allo stesso tempo di mantenere tale posizione;
  • Grande mobilità del bacino: e qui entriamo nella parte più individuale della scelta della sella con il buco. Per mobilità della pelvi intendo la capacità di mandare in antiversione e retroversione il bacino senza sforzo. Questo dipende dal controllo motorio, dall’elasticità dei tessuti e dalla flessibilità muscolare. I ciclisti che ho valutato in questi anni si dividono in due categorie: quelli che muovono bene il bacino e quelli che non sanno nemmeno cosa significhi muoverlo. Perché questa situazione dovrebbe influenzare la scelta di una sella con il buco? Semplice: più il bacino è mobile e più si tenderà ad accomodare la posizione con una maggior antiversione che potrebbe portare in compressione l’area genitale.

L’iter per scegliere una sella con il buco

Una volta che abbiamo compreso che la sella con il buco potrebbe essere la soluzione adatta a noi, dobbiamo valutare quale sella con il buco sia la più idonea.

Il percorso da intraprendere per determinare quale sella con il buco è più idonea è il seguente:

  • Misurare la distanza ischiatica. Questa distanza determinerà la larghezza corretta della sella;
  • Definire la mobilità della pelvi. In base a questa misura si può comprendere se vi serve una sella con il buco vero e proprio o con un semplice scarico centrale.
  • Montare correttamente la sella. Quest’ultimo passo è molto importante. Nella mia esperienza come biomeccanico mi sono reso conto che il tipo di sella conta per il 20% mentre il suo corretto posizionamento per l’80%. Una sella sbagliata messa bene fa meno danni di una sella giusta messa male.

Sella con il buco: provarla prima di acquistarla?

Molti ciclisti sono indecisi, quando si tratta di acquistare una sella con il buco. “E se fosse sbagliata? Se non andasse bene?”, si chiedono. Per questo, nei nostri Bikeitalia LAB a partire da quello di Milano, abbiamo creato il servizio di test selle. Grazie ad accordi con le aziende Fizik, Selle Royal, Selle SMP, Selle San Marco e Selle Italia, siamo in grado di fornire il servizio di test sella. Funziona così: il ciclista viene da noi, effettuiamo le valutazioni ischiatiche e di mobilità. Dopodiché scegliamo la sella più idonea per lui, la montiamo sulla bici, la regoliamo e misuriamo la pressione. Se la sella è gradita al ciclista, può provarla e poi potrà acquistarla e noi gli monteremo la sella acquistata.

Per prenotare una visita biomeccanica presso i nostri studi, cliccate sul box sottostante:

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Commenti

  1. Avatar Stefano ha detto:

    Ho sperimentato personalmente il servizio di Biomeccanica, con valutazione della sella, regolazione della sella di prova e successiva installazione della sella definitiva. Ho beneficiato di una consulenza tecnica meccanica e, contestualmente, di una valutazione medica che – in maniera complementare – mi hanno consentito di raggiungere un ottimo risultato e un corretto posizionamento in bici. Anzi, la contestuale valutazione medica e biomeccanica sono il vero punto di forza e l’autentico valore aggiunto di BikeLab: non avevo mai riscontrato altrove questo approccio scientifico orientato a 360 gradi sul ciclista. Per me, assolutamente da consigliare. Grazie, BikeLab, grazie alla dottoressa Chiara Ponti e grazie a Omar Gatti.

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