Allenarsi con disciplina. Questa parola, disciplina, a molti ricorda coercizione, obbligo, severità. Ma è una delle chiavi se si vuole ottenere un risultato, soprattutto se stiamo parlando di un risultato atletico che, nel nostro caso, comprende l’uso della bicicletta. Allenarsi con disciplina significa mettere in atto una serie di strategie volte a migliorare la nostra esperienza in bicicletta, ottimizzare e indirizzare il nostro allenamento e sfruttare ogni minuto a disposizione. In questo articolo vi voglio parlare di come allenarsi con disciplina, mettendo in atto quello che ho chiamato “il Budo del ciclista”.
Perché un Budo del ciclista?
Il Giappone medioevale era un paese in costante assetto di guerra intestina. Questa epoca turbolenta sancì la nascita dei samurai, la casta dei guerrieri. La filosofia di vita dei samurai era il bujutsu, cioè la via della guerra. Si trattava di una serie di discipline volte a trasformare i samurai in macchine da guerra. Nel 1600 il Giappone venne pacificato e visse 3 secoli di pace ininterrotta, durante la quale il bujutsu divenne superfluo. Così i samurai volsero lo sguardo verso di sé: dato che non era più possibile combattere gli altri, allora possiamo combattere noi stessi. I termini del bujutsu diventarono così il Budo, ovvero la via. Una serie di discipline pensate per rinforzare il corpo, addestrare la mente ed elevare lo spirito di chi lo pratica. Il Budo quindi è una via che identifica come un praticante dovrebbe vivere, praticare, allenarsi e pensare.
Perché un ciclista dovrebbe avere bisogno di un Budo? Come in ogni aspetto della vita, i risultati arrivano se vengono perseguiti con costanza, motivazione e disciplina. Che il nostro obiettivo sia la competizione sportiva, il mantenimento della forma fisica o il trattamento di una determinata patologia cronica, è attraverso un approccio disciplinato che possiamo raggiungere gli obiettivi che ci sia prefissati. Il Budo è ciò che ci permette di salire in sella ogni giorno per praticare la nostra attività fisica preferita e che evita di perdere motivazione e tenacia con il passare dei giorni. Perché il 90% delle persone abbandona le buone intenzioni per l’anno nuovo entro i primi 15 giorni dell’anno? Perché manca di una disciplina, intesa non come applicazione coercitiva, ma come guida alle proprie azioni. Il Budo è la via e seguire la via permette di raggiungere i risultati tanto attesi. Ma per seguire la nostra via prima dobbiamo definirla.
Allenarsi con disciplina
Come è possibile allenarsi con disciplina, creando il nostro Budo personale? Qui di seguito vi indico alcune azioni da intraprendere, basate sui miei studi e la mia esperienza, per creare un propria via e così disciplinare il proprio allenamento.
Porsi degli obiettivi
Sembrerà banale ma per definire una via prima dobbiamo sapere dove questa deve portarci. Seneca, filosofo romano, aveva ben definito questo aspetto dicendo: “Non esiste vento a favore per il marinaio che non sa dove andare”. Per cui il primo passo per allenarsi con disciplina è quello di definire i nostri obiettivi. Obiettivi che devono essere semplici, misurabili e pratici. Dire “dimagrire” è un obiettivo vago. Dire “perdere 5kg in due mesi” è un obiettivo semplice, misurabile e pratico, poiché sappiamo quanto dovremo dimagrire e in quanto tempo. Per cui per prima cosa poniamoci degli obiettivi realistici.
preparazione invernale
ciclismo indoor allenamento della forza Core Training
Tenere un diario
Il diario di allenamento è uno strumento potente per definire il proprio Budo e allenarsi con disciplina. Non serve solo a tenere traccia di cosa facciamo, dei watt, del volume, dell’intensità o della frequenza di allenamento ma soprattutto per scrivere le sensazioni e le percezioni che l’allenamento ci sta procurando, per capire se ciò che stiamo facendo è in linea con i nostri principi e con i nostri obiettivi. Inoltre è un grande strumento per conoscere sé stessi, che è un “effetto collaterale” dell’allenamento.
Semplificare l’allenamento
La disciplina fiorisce quando la pratica è semplice, immediata e applicabile in modo semplice. Semplificare non significa banalizzare, bensì semplicemente eliminare ciò che non serve. Per me ha significato eliminare app, Strava e quasi tutti i dati legati all’allenamento, per concentrarmi esclusivamente sulla pratica in sè e non su ciò che essa comporta. Per altri può significare utilizzare tabelle meno serrate o troppo elaborate, oppure con range di lavoro molto specifici, dando maggiore libertà alle sensazioni. Per altri ancora può significare eliminare l’abbonamento in palestra e comprare dei kettlebell per allenare la forza in casa, spendendo il tempo risparmiato in attività complementari come la mobilità articolare.
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Essere preparati agli imprevisti
“Shit happens”, recitava un famoso motto degli anni ’70. Gli imprevisti accadono: vostro figlio ha la febbre, dovete andare in trasferta di lavoro, vi ammalate, dovete saltare due o tre sessioni. Ciò è naturale e nel normale ordine delle cose. La disciplina non è quella cosa immutabile, che non possiamo cambiare, bensì è la bussola che ci permette di riprendere ad allenarci quando saltiamo delle sessioni e ci passa la motivazione. Gli antichi romani dicevano: “Si vis pacem, para bellum”, se vuoi la pace, preparati alla guerra. Per noi atleti (di qualunque genere, con qualunque obiettivo) vale lo stesso: per far sì che il nostro allenamento sia funzionale dobbiamo essere preparati a modificarlo in base agli imprevisti.
Preparare un piano settimanale flessibile
Ogni domenica sera prendo 30 minuti per me, mentre mia moglie mette a letto il bimbo. Sul mio diario disegno una tabella con 2 colonne e 7 righe. Le colonne sono nominate “mattina” e “sera” e ogni riga con un giorno della settimana che verrà. In ogni casella inserisco cosa andrò ad allenare: forza, resistenza, flessibilità muscolare. Non metto altro, nel senso che non inserisco il numero di serie, di ripetizioni, la durata dell’uscita o le frequenze cardiache da tenere. Definisco solo cosa andrò ad allenare. In questo modo ho di fronte a me tutto ciò che andrò a eseguire nella settimana che devo affrontare ma nulla è fisso, immutabile o incancellabile. In questo modo ho identificato ciò che farò e questo mi da motivazione e mi aiuta ad essere costante, senza però l’ansia che genera l’eccesso di precisione e di approfondimento. Se salterò una sessione o se non mi sentirò in forma, adatterò il piano e non avrò intaccato il Budo.
Non considerare l’allenamento come un momento separato
A me piace dire che “io non mi alleno, io mi muovo”. Può sembrare una frase fatta ma non lo è. L’allenamento è una pratica svolta in funzione di una prestazione, il movimento è una capacità intrinseca del nostro organismo. Io non considero il mio allenamento come una pratica separata dal mio lavoro, dal mio studio, dalla mia vita quotidiana di uomo, padre, marito, biomeccanico del ciclismo. Ogni momento è buono per muovere il mio corpo, anche per 5 minuti. Il bike to work ne è un esempio. Ma ce ne sono moltissimi altri. Quando lavo i denti cerco di stare in equilibrio su una gamba, appena posso faccio dei saltelli, prendo sempre le scale, gioco con il mio bimbo ad attività ginniche. Questo fa sì che il mio Budo personale e quello sportivo siano la medesima cosa, non vi è distinzione, poiché per me l’allenamento è una pratica che mi aiuterà a sviluppare me stesso ed esprimere il mio massimo potenziale come essere umano, esattamente come leggere un libro, imparare a relazionarmi con le persone, cucinare o alimentarmi nel modo corretto. Minore è la separazione tra il proprio allenamento e la vita di tutti i giorni, più facile sarà essere costanti, motivati e allenarsi con disciplina.