Dopo aver raccontato come si svolge il primo incontro tra telaista e cliente, la scelta condivisa di una filosofia da seguire, ora è tempo di passare dalle parole alle fasi successive della costruzione di un telaio su misura.
Indice
• Prendere le misure del cliente
• Progettare il telaio
• Iter progettuale
• Approvazione del progetto
Prendere le misure del cliente
Dopo aver inquadrato a grandi linee quale tipo di telaio si desidera e aver raggiunto un compromesso tra richieste ed esigenze costruttive, giunge il momento di mettersi all’opera e di rilevare le misure antropometriche del cliente. La procedura non impegna per più di 10 minuti, durante i quali Doriano mi ha misurato e sua figlia segnava le quote su una scheda dedicata. Le misurazioni possono essere effettuate indossando il fondello da ciclista ma, come sottolinea Doriano, “è utile ma non indispensabile”. Se avete già effettuato delle misurazioni presso degli studi biomeccanici, portate con voi la documentazione e mostratela al telaista.
Un vero professionista difficilmente accetterà le misure senza proporvi una verifica, però è sempre utile avere un metro di giudizio per effettuare confronti e paragoni. Di norma sarebbe meglio effettuare il rilievo delle quote direttamente dal telaista, poiché questo procedimento è parte integrante del rapporto e del lavoro. Purtroppo non sempre è possibile, poiché per esempio Doriano realizza telai che vengono acquistati da clienti statunitensi o giapponesi. In quel caso le misure vengono inviate via mail dal cliente stesso, che se le fa rilevare dopo che sono state impartite direttive su come effettuare la misurazione.
Doriano mi fa sistemare in piedi su un pannello di legno con indicata la posizione dei piedi, dopo avermi fatto togliere le scarpe. Doriano mi spiega che le misure necessarie al suo lavoro sono essenzialmente tre:
• il cavallo
• l’altezza da terra fino all’incavo superiore
• la lunghezza del braccio, misurata partendo dalla scapola fino alla sporgenza dell’avambraccio sul polso.
Una volta raccolte le quote e inquadrato il tipo di telaio da costruire, Doriano e la figlia Martina cominciano a lavorare sulla fase progettuale del telaio.
Progettare il telaio
La fase progettuale è da considerarsi come il primo step realizzativo, anche se in realtà non si sta costruendo niente di reale, poiché è in questo momento che si comincia a dare vita al nuovo telaio. Il progetto non dovrà solo servire per adattare le misure alla corporatura del cliente, bensì deve essere funzionale alla costruzione, all’ordinazione dei materiali, alla realizzazione di soluzioni tecniche che soddisfino le richieste del cliente e le necessità del telaista.
Doriano mi mostra alcuni disegni di telai in fase di realizzazione. In una vista frontale si vede il profilo del telaio, della forcella e la rappresentazione schematica delle ruote. Ogni distanza, interasse e angolo sono quotati con precisione (gli angoli sono indicati in gradi, minuti e secondi, giusto per fare un esempio). “Questo disegno io lo devo ritrovare esattamente com’è quando metterò il telaio in dima“, aggiunge. Messa così può sembrare semplicistica, nel senso che basta avere un disegno di un telaio standard e allungare o accorciare le dimensioni per adattarle alle quote del cliente ma non è così. Ogni particolare del telaio viene studiato per essere sicuri che il risultato finale “quadri”.
Ci sono i forcellini dei foderi posteriori da inserire e studiare, che vengono disegnati e poi inviati a un’officina esterna che li realizza partendo da una lamiera di acciaio con un procedimento di lavorazione con macchine a controllo numerico. C’è da studiare il dimensionamento del tubo obliquo e del canotto di sterzo, il cui punto di giunzione è tra i più sollecitati dell’intera bicicletta. Un altro nodo da sciogliere è la connessione del carro posteriore (il triangolo formato dai foderi verticali e orizzontali posteriori) a quello anteriore (il triangolo che si crea tra tubo piantone, obliquo e orizzontale). La scatola del movimento centrale è sottoposta a uno sforzo enorme, dovuto all’energia che s’imprime sui pedali. Per contrastare queste forze bisogna dimensionare i foderi posteriori nel modo corretto, definendo il diametro finale e la posizione di attacco sul movimento. “La forza più elevata scaricata dal ciclista sulla bici ha il fulcro nel movimento centrale, che diventa una zona da curare per riuscire a sopportare i carichi”. Sono soluzioni che necessitano di studio, prototipi ed esperienza.
Iter progettuale
Il progetto viene sviluppato con l’utilizzo di software di disegno CAD e di modellazione tridimensionale, ponendo sempre attenzione alle forze in gioco e alle resistenze conseguenti (con alcuni tipi di software è possibile simulare il movimento di una bicicletta e visualizzare all’istante i punti più deboli del telaio).
Nonostante sia un aspetto affascinante, quello della progettazione può sembrare passivo ai più, una fase dove il cliente non deve fare nulla se non aspettare che venga stampato il disegno del suo telaio. La realtà è diversa.
“Noi proponiamo una geometria che è stata ricavata partendo dalle richieste del cliente, per cui le nostre scelte devono essere condivise”, mi spiega Doriano. “La maggior parte degli italiani, per esempio, hanno una corporatura che si adatta teoricamente a qualsiasi telaio standard, poiché sono ben proporzionati” continua “poi ci sono i casi come il tuo, dove invece devo accorciare il piantone per via delle gambe corte ma allo stesso tempo allungare l’orizzontale perché hai il busto lungo. Questi sono i miei consigli ma se il cliente volesse delle misure più simili perché ha già un telaio con quelle quote e si trova bene, si soddisfano le sue esigenze”.
Questo significa che una volta sviluppata la geometria il disegno del telaio viene spedito al cliente, che lo deve approvare. Infatti l’ultima parola tocca sempre al cliente, che deve valutare il disegno e ritrovarci tutte le soluzioni che desidera e che ha concordato con il telaista.
Se ci sono delle soluzioni che non sono chiare, il cliente potrà contattare il telaista per avere dei chiarimenti e trovare quindi una strada condivisa. Appare chiaro quindi che a differenza dell’acquisto di una bici da un rivenditore, dove il ciclista non può decidere nulla sulle geometrie del telaio se non solo la taglia costruttiva, nel caso dei telai su misura la possibilità di personalizzazione è massima (“sempre nei limiti del buon senso” ci tiene a ricordarmi Doriano).
Trattandosi di aspetti tecnici, il mio consiglio è di essere sicuri di ciò che si vorrà fare con la bicicletta che stiamo richiedendo e di aver valutato i pro e i contro delle nostre scelte. Ad esempio se si decide di far installare la predisposizione per i freni a disco, si deve essere sicuri di averne bisogno e che l’averli o no farà la differenza sul nostro stile di guida. Così come la scelta di far montare un movimento centrale press-fit deve essere fatta sapendo di essere poi in grado di effettuarne la manutenzione, avendo anche accettato il fatto che alcune scelte sono svantaggiose dal punto di vista realizzativo (“Una scatola per movimenti centrali press-fit è più grande rispetto a una filettata e sull’acciaio questo significa maggior peso del telaio finito”).
Il mio consiglio quindi è di chiedere, approfondire e domandare al telaista riguardo ai dubbi che si hanno, ai desideri e alle aspettative, affinché possa consigliarvi per il meglio. “Forare un telaio per far passare i cavi per me non sarebbe impegnativo ma se devo farlo voglio che il cliente sia convinto e conscio dei pro e dei contro”, chiarisce Doriano.
Approvazione del progetto
Una volta trovata la quadra del telaio e solo dopo che il cliente ha dato il benestare alla costruzione, Doriano passa alla fase realizzativa, quella dove da dei semplici tubi in acciaio trafilato si da vita all’assemblaggio e saldatura di un telaio cucito addosso alla corporatura e ai desideri del ciclista, alla verniciatura e finitura.
Articolo realizzato con il supporto tecnico di Bixxis srl “Biciclette italiane per il ventunesimo secolo”.
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