Dopo il primo approccio, la progettazione e la saldatura, ci si occupa della finitura del telaio su misura. Le fasi di “finishing” del telaio sono la verniciatura, un eventuale montaggio della bicicletta e finalmente la consegna al cliente. Vediamoli nel dettaglio.
Indice
• Verniciare il telaio
• Montaggio
• Concludendo
Verniciatura
Il telaio costruito nel laboratorio, una volta controllato sul piano di riscontro, è pronto per andare in verniciatura. Prima però, mi spiega Doriano, si passano gli alesatori e le frese per ripassare il filetto del movimento centrale, per spianare e rendere parallele le facce della scatola del movimento e del canotto di sterzo e l’innesto del reggisella nel tubo piantone. Il telaio così preparato viene mandato in verniciatura. Qui per prima cosa lo si sabbia, ovvero lo si passa in una macchina che lo “bombarda” letteralmente con schegge che levigano la superficie (di solito quarzo o silicio).
La sabbiatura lavora la superficie esterna del telaio, che così diventa porosa e pronto a ricevere la prima mano, denominata fondo. Si tratta di una passata con una vernice in smalto epossidico che ha una doppia funzione: aggrappante per la colorazione successiva e per bloccare la continuità dielettrica dell’acciaio con l’atmosfera. L’acciaio infatti è molto reattivo all’ossigeno presente nell’atmosfera e tra le rispettive molecole s’instaura una specie di arco elettrico che provoca una corrosione di tipo elettrolitico, la classica ruggine. Per evitare quindi che l’acciaio reagisca con l’ossigeno e si ossidi si stende questo fondo. La mano seguente è invece la colorazione del telaio con la combinazione di colori scelta dal cliente durante la progettazione. Il rivestimento è ottenuto con un procedimento di verniciatura ad acqua, compresi i loghi e le scritte, che sono ricavate mascherando il telaio.
“In un telaio ci sono 4 colori diversi, senza applicazione di decalcomanie”. Infine viene data una mano a finire di lucido trasparente, che ha un effetto fissativo e di protezione contro graffi e raggi UV.
Il telaio così finito ritorna in officina, dove si ripassano (“è uno scrupolo, ma le calotte del centrale devono andare su a mano e senza sforzo e lo sterzo muoversi fluido” sottolinea Doriano) tutti gli alesatori come fatto in precedenza.
Montaggio
Quando si ordina un telaio presso un telaista, in sostanza si possono fare due scelte differenti: acquistare il solo telaio su misura oppure la bicicletta intera montata. Nel primo caso il telaista consegnerà il telaio e poi starà al cliente acquistare il gruppo e montarlo. Questa soluzione viene utilizzata da chi possiede già una bici con un gruppo valido e vuole solo migliorare le caratteristiche del telaio. Io ho fatto così quando sono stato investito e si è distrutto il telaio: ne ho acquistato un altro, ho smontato tutti i pezzi dal vecchio e li ho rimontati su quello nuovo.
Se invece si è a alla ricerca della massima personalizzazione, allora si può pensare di acquistare “il pacchetto completo”, ovvero un telaio su misura montato e finito con componenti scelti assieme al telaista. Ci si siede attorno a un tavolo con il telaista e si comincia a parlare del gruppo desiderato, del tipo di manubrio, sella e quant’altro, entrando nel dettaglio su ogni componente.
Da questo aspetto si può capire come la realizzazione di una bicicletta su misura (e quindi non solo del telaio), sia altamente personalizzabile e permetta di creare un mezzo rispondente alle proprie esigenze, caratteristiche fisiche ma anche ai propri desideri. “Noi possiamo assemblare la bicicletta in base alle richieste del cliente ma anche sulla componentistica cerchiamo di dare i nostri consigli, poi starà al cliente decidere”, commenta Doriano. Una volta terminato il montaggio si effettua la regolazione, calcolando le misure di svettamento e arretramento sella e del manubrio sulla base dei rilievi effettuati in precedenza e finalmente la bici è pronta per essere consegnata.
Concludendo
Il nostro viaggio nel mondo dei telai su misura è terminato. Si tratta di una nicchia di mercato, certo, ma è stato affascinante vedere il lavoro che c’è dietro la realizzazione di una bicicletta totalmente personalizzata, un mezzo che viene studiato come un sarto farebbe con un abito.
Fare il telaista è un lavoro che richiede precisione, un’elevata manualità, serietà nella misurazione e conoscenza delle tecniche di saldatura, oltre che a un’innata capacità di sviluppare empatia con i clienti, per ascoltarli e consigliarli al meglio. Non è un lavoro facile, posso dirlo, ma rimane impregnato di quell’artigianalità da bottega, quei luoghi in cui il maestro insegnava i segreti di una vita al garzone che avrebbe portato avanti una sorta di arte, anche se combinata con la meccanica e l’odore dell’acciaio lavorato. Un’arte dove noi italiani siamo sempre stati identificati come l’eccellenza e che grazie a persone come Doriano e molti altri, continuiamo a mantenere in vita.
Articolo realizzato con il supporto tecnico di Bixxis srl “Biciclette italiane per il ventunesimo secolo”.
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Ciao Andrea,
grazie per leggerci. Sì, volevamo porre l’attenzione sul fatto che, se si vuole ottenere un prodotto di qualità, anche operazioni che possono sembrare secondarie come la saìbbiatura invece debbono essere realizzare con tutti i “santi crismi” del caso.
Buone pedalate
Omar
Ottimo contributo. Nell’articolo si sottolinea, giustamente, come la sabbiatura preliminare talvolta possa rendersi necessaria per eliminare ogni traccia di vernice, sporco o ruggine.