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Programmare un viaggio in bici: 5 errori da non fare

Programmare un viaggio in bici: 5 errori da non fare

5 errori da non fare nel programmare un viaggio in bici. Viaggiare in bicicletta è stata una delle esperienze più belle, intense e divertenti che abbia fatto nella mia vita. Purtroppo anche io ho commesso degli errori di valutazione quando ho organizzato i miei viaggi in bici. Se stai per programmare un viaggio in bici, ecco i 5 errori che non devi commettere.

5 errori da non fare nel programmare un viaggio in bici

Programmare un viaggio in bici

#1: Non controllare il meteo

A maggio del 2019 ho attraversato la Sardegna in mtb. Da lombardo abituato ai “climi nordici” ero convinto che maggio, in Sardegna, fosse ormai un mese estivo. Per questo ho caricato la bici solo con una divisa estiva, uno smanicato e un maglione per la sera. Purtroppo quella settimana la Sardegna venne investita da una ventata di gelo artico che ha portato persino la neve. Mentre io e il mio compagno pedalavamo lungo la salita che porta a superare il Gennargentu, la neve e il vento gelido ci intirizziva e ci faceva perdere completamente la sensibilità di mani e piedi. Il primo errore da con fare nel programmare un viaggio in bici è purtroppo quello di non controllare adeguatamente il meteo.

#2: Scegliere una traccia troppo impegnativa per le tue condizioni fisiche

Un viaggio in bici è un’esperienza di gioia e di allegria ma è pur sempre un’attività fisica di resistenza aerobica protratta per giorni, che mette a dura prova il corpo. Dobbiamo scegliere dei viaggi e delle tracce che siano adeguate al nostro livello di forma fisica, senza strafare. Nel 2018 ho percorso il Cammino di Santiago Portoghese: 650 km in 5 giorni. Purtroppo le tappe erano troppo lunghe per la mia condizione fisica e ho iniziato a sviluppare un dolore al ginocchio che si è trasformato in una grave infiammazione tendinea, tanto da dover pedalare con la borsa del ghiaccio. Tieni un margine di “manovra” e scegli una traccia che sia adeguata alle tue reali capacità. Strafare non aumenta il divertimento, tutt’altro.

#3: Scegliere compagni di viaggio sbagliati per te

Nel 2015 ho percorso la Via Degli Dei da Bologna a Firenze. Eravamo un gruppetto di 3 amici in mtb. Purtroppo uno di noi non era fisicamente preparato per affrontare il dislivello e l’impegno (soprattutto mentale) del pedalare per ore sotto il sole di luglio. Poco dopo la metà del percorso ha iniziato a soffrire i sintomi della “cotta”: incapacità a proseguire, disidratazione, atteggiamento negativo. Abbiamo dovuto effettuare una deviazione di quasi 15 km per raggiungere il primo paese che fosse collegato via treno con Firenze, per far sì che lui potesse raggiungere l’arrivo senza dover pedalare. Questa è stata una grande lezione: siamo tutti amici, intraprendenti ed entusiasti ma scegliere dei compagni sbagliati è il primo passo per rovinarti il viaggio. Meglio essere onesti con sé stessi e con gli altri: se ti senti fisicamente non in grado, non unirti a un gruppo che reputi più in forma di te. Il rischio di rovinare la vacanza a tutti (te stesso compreso) è molto alta.

#4: Valutare male i rifornimenti

Viaggio in bici

Il mio primo viaggio in bici l’ho compiuto in Sardegna, lungo l’Occidentale Sarda. L’inesperienza ha giocato un brutto scherzo, perché avevo calcolato malissimo le distanze. In Sardegna i paesi distano tra di loro molti chilometri. Sono arrivato a Piscinas senza soldi né cibo. Mi fermo nell’unico bar aperto e chiedo dove fosse una banca. Il gestore mi risponde “Ad Arbus”. Arbus si trovava a 17 km di distanza, tutti in salita. Per fortuna il gestore fu così gentile da offrirmi un panino e una Coca-Cola, altrimenti sarei dovuto andare avanti senza rifornimenti. Durante il Cammino di Santiago sia io che il mio compagno soffrimmo un attacco di fame in mezzo al nulla. Avevamo solo una bustina di maltodestrine e null’altro. Ecco, fare una lista di quello che devi portare in termini di cibo, quante borracce ti servono e ogni quanto fermarti per fare rifornimento è fondamentale per evitare situazioni di questo tipo.

#5: Non controllare bene le tracce

Durante un trail in gravel nel bresciano, io e il mio compagno ci ritrovammo di fronte a un sentiero completamente coperto e interrotto da alberi abbattuti. La settimana precedente l’Italia era stata investita da un vento tremendo, che aveva causato il crollo di intere foreste. I 15 km della traccia si snodavano lungo un sentiero che correva in un bosco, che però era stato quasi raso al suo dal vento. Ogni 5 metri dovevamo fermarci e cercare di passare tra i rami, sopra i tronchi, magari passandoci la bici l’un l’altro. Abbiamo impiegato quasi 3 ore per uscirne, un tempo lunghissimo (equivalente quasi ad averlo percorso a piedi). Questo è successo perché non avevamo controllato la traccia, per capire se il percorso fosse effettivamente pedalabile. Se scarichi una traccia da internet e non sei certo della sua pedalabilità, controlla bene le varie parti per evitare di trovarti di fronte a sgradevoli sorprese. Nella migliore delle ipotesi il rischio è di allungare il tragitto, in altre di dover deviare su strade molto trafficate.

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